Aperto in Bolognina un nuovo tratto del Parco Artistico Lineare

Parliamo ancora di riqualificazione urbana: che futuro per la scuola cantiere?
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Aperto in Bolognina un nuovo tratto del Parco Artistico Lineare

Aperto in Bolognina un nuovo tratto del Parco Artistico Lineare 500 500 Associazione Terra Verde

In maggio è stato finalmente aperto alla città il quarto intervento di arredo urbano che caratterizza il Parco Artistico Lineare, lungo la ciclabile di via Ferrarerse, in Bolognina. Dell’intervento, realizzato attraverso il percorso formativo di Scuola Cantiere, vi abbiamo già parlato in alcuni articoli nel corso del 2023: un palcoscenico nel verde realizzato con metodologia innovativa e a basso impatto ambientale, insieme a delle sedute dal design coordinato con gli interventi precedenti, creano un angolo raccolto di relax e cultura.

Quello che invece non vi abbiamo raccontato sono le difficoltà incontrate in questa edizione, che ci hanno fatto chiedere quali saranno le sorti di questo modello di formazione e rigenerazione urbana. Ma facciamo un passo indietro, per capire meglio.

La Scuola Cantiere è sempre stato un percorso formativo originale e complesso, perché svolto all’interno di un cantiere vero, per cui è stato particolarmente difficile farla rientrare all’interno del contenitore della formazione professionale, studiata per un contesto d’aula, con regole e modalità rigide. È servito inoltre un grande lavoro di coordinamento per conciliare le tempistiche dei diversi attori coinvolti: dalla Regione Emilia Romagna per l’iter burocratico del percorso formativo a qualifica; al Comune di Bologna per la realizzazione dell’intervento di arredo urbano (individuazione dell’area idonea, redazione e condivisione del progetto architettonico, gestione dell’iter autorizzativo del cantiere, fornitura di materiali, ecc.).

La ricchezza del modello però è sempre stata quella di riuscire a mettere insieme i numerosi interlocutori pubblici e privati coinvolti, per raggiungere un unico obiettivo di inclusione lavorativa di giovani in situazione di disagio e di rigenerazione urbana.

Noi di Terra Verde, con il pieno sostegno del Comune e la collaborazione dell’Istituto Professionale Edile di Bologna, abbiamo sempre creduto fermamente nell’efficacia di questa proposta e con tenacia ci siamo sempre fatti carico di mantenere la rete coesa e affrontare una gestione così articolata, per il buon esito di ogni edizione. Purtroppo però questa volta il nostro impegno non è stato sufficiente a far funzionare bene le cose. Alcuni cambiamenti occorsi al sistema della formazione professionale, fra cui modifiche alle modalità di individuazione e selezione dei candidati e un cambio rispetto agli interlocutori preposti a tale compito, oltre a regole gestionali sempre più rigide, hanno influito notevolmente sull’attività.

Sono l’educatrice dei ragazzi della Scuola Cantiere dal 2006.” racconta Francesca Rambaldi, responsabile della progettazione sociale di Terra Verde. “Ho partecipato a tutte le edizioni e incontrato e accompagnato nel loro percorso di crescita tantissimi ragazzi, con grande soddisfazione. Mai come quest’anno mi sono sentita impotente rispetto alla situazione che ho incontrato ed è stato veramente desolante vedere i nuovi allievi abbandonare il percorso senza che ne capissero il senso o avessi il tempo di creare una relazione di fiducia con loro. In merito alla situazione di questa edizione aggiunge: “La composizione del gruppo è un fattore discriminante rispetto al successo o meno dell’attività, motivo per cui abbiamo sempre lavorato moltissimo sulle dinamiche che scattano tra i ragazzi stando insieme, tanto quanto sul percorso individualizzato. Ma questa volta non è stato possibile svolgere questo lavoro educativo. Una grande frustrazione anche per i ragazzi, che hanno vissuto l’ennesimo fallimento personale, e per gli insegnanti, che per la prima volta non hanno potuto svolgere il programma con un gruppo al completo. L’unica soddisfazione, a posteriori, è che i due allievi che hanno concluso, hanno ora un contratto di lavoro, a riprova che il modello di per sé è efficace.

Pur essendo consapevoli che l’adeguamento ad un sistema di gestione nuovo richieda necessariamente dei tempi di assestamento, rileviamo che un iter particolarmente lungo, complesso e con regole stringenti come quello attuale, non sia più compatibile con la Scuola Cantiere e vada ad escludere proprio i giovani dei quali ci siamo sempre occupati. Ma sono proprio questi ragazzi, estremamente fragili, non ancora autonomi, sprovvisti di competenze tecniche e trasversali imprescindibili per lavorare, che ne avrebbero più bisogno. E gli esiti positivi raggiunti fino ad oggi, con inserimenti lavorativi fino al 50% degli allievi, sono la conferma che il modello di Scuola Cantiere sia la chiave per poterli accompagnare verso il loro futuro e superare lo svantaggio da cui partono, perché professionalizzante, ma anche educativo e protetto.

Cosa stiamo pensando di fare? Ci stiamo prendendo quest’anno di tempo per comprendere meglio se sia possibile ricreare delle condizioni di sostenibilità del percorso. Nel frattempo abbiamo deciso di programmare una serie di interventi atti a sistemare gli arredi passati, grazie ad una collaborazione con il Comune di Bologna ed il Quartiere Navile e sempre coinvolgendo giovani in situazione di difficoltà.

 


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