La Resistenza è donna

Il 25 aprile celebra la vittoria della Resistenza, un movimento collettivo che ha segnato la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. In questa lotta, le donne hanno ricoperto un ruolo cruciale, spesso sottovalutato dalla storiografia tradizionale, ma fondamentale per il successo del movimento.
Le partigiane italiane non furono semplici figure di supporto, ma autentiche protagoniste della lotta per la libertà: furono staffette, organizzatrici, combattenti e simboli di resistenza morale. Oltre a gestire reti di comunicazione, raccogliere fondi e assistere feriti, molte parteciparono attivamente alle azioni militari, come membri dei GAP (Gruppi di Azione Patriottica) e delle SAP (Squadre di Azione Patriottica). Fondarono i GDD (Gruppi di Difesa della Donna), aperti a donne di ogni fede politica e sociale, promuovendo l’emancipazione femminile e garantendo supporto alle famiglie colpite dalla guerra.
Le loro competenze logistico-militari furono decisive: sapevano trasportare documenti nascosti in borse con doppiofondo, camuffare armi e superare posti di blocco con astuzia, sfruttando il pregiudizio di essere “meno pericolose”.
Tra queste, Irma Bandiera (1915-1944), nota come “Mimma”, incarna l’eroismo e la determinazione di migliaia di donne che hanno combattuto per la libertà, sfidando stereotipi e pericoli estremi.
Nata a Bologna nel 1915 in una famiglia benestante, aderì alla Resistenza nella 7ª GAP “Gianni Garibaldi”, diventando una figura chiave nella bassa bolognese. La sua lotta iniziò aiutando soldati sbandati dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e proseguì con azioni dirette contro il regime fascista. Arrestata il 7 agosto 1944 a Funo di Argelato con documenti compromettenti e denaro, subì sette giorni di torture senza rivelare i nomi dei compagni. Accecata con una baionetta e brutalmente seviziata, fu infine fucilata il 14 agosto 1944 nei pressi della casa dei suoi genitori: il suo corpo, lasciato esposto come monito, divenne un simbolo di ribellione.
Decorata con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, Irma Bandiera è ricordata come “prima fra le donne bolognesi ad impugnare le armi per la lotta nel nome della libertà“. A lei sono intitolate strade, brigate partigiane e lapidi, tra cui quella nella via bolognese che porta il suo nome.
Eredità della resistenza femminile
La partecipazione delle donne alla Resistenza italiana ha lasciato un segno profondo nella storia italiana, influenzando il panorama politico, sociale e culturale postbellico. Il loro contributo non fu solo decisivo nella lotta contro il nazifascismo, ma rappresentò anche un catalizzatore per l’emancipazione femminile e il riconoscimento dei diritti delle donne. Dopo il 1945, molte ex partigiane promossero la conquista del diritto di voto e l’ingresso nella vita politica, rompendo barriere culturali.
In un’epoca in cui il fascismo cercava di relegare le donne alla sfera domestica, Irma Bandiera e le sue compagne scelsero di impugnare le armi e la penna, dimostrando che la libertà si costruisce con la determinazione di tutti, senza distinzioni di genere.
Il loro esempio ci ricorda che la giustizia è frutto del sacrificio condiviso e che il cambiamento è possibile solo attraverso l’impegno comune. Oggi più che mai, la storia delle partigiane italiane ci invita a riflettere sull’importanza della lotta per i diritti e la libertà.
Se vuoi saperne di più sulla storia di Mimma e sulle donne della resistenza ecco alcuni suggerimenti:
https://thevision.com/cultura/mimma-bandiera-resistenza/
https://www.superprof.it/blog/le-donne-nella-resistenza-italiana/
https://alleyoop.ilsole24ore.com/2024/04/25/resistenza-donne/?refresh_ce=1
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Cmplimenti. Bell’articolo.
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